Il Turano Etna Rosso Doc vendemmia 2018 è prodotto con uve Nerello Mascalese in purezza imbottigliate dopo una maturazione di 23 mesi di cui 10 in barrique di rovere.
L’esposizione delle viti occupa il versante Nord del vulcano ad una altitudine di 800 metri sopra il livello del mare.
Ottima condizione climatica e territoriale. Una delle uve tra le più nobili… Insomma, le aspettative sono grandi.
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino scarico con riflessi granata tipici del vitigno e che ricordano molto il Nebbiolo del Piemonte.
Al naso, si esprime con intensità ed eleganza, emergono note floreali appassite che ricordano la violetta e alle quali si associano richiami di frutta rossa matura quali le prugne e le ciliegie contornate da piccoli frutti di bosco.
Dopo una leggera areazione ecco i richiami speziati, piacevoli e non pungenti, con note del pepe bianco e della noce moscata. Fanno da sfondo delle piacevoli nuances balsamiche di macchia mediterranea che legano molto l’aspetto olfattivo.
Con ulteriore areazione si esprimono i derivati dall’invecchiamento del vino e dal passaggio in legno: boisè con la toga del legno, poi sottobosco, torrefazione, tabacco e frutta sotto spirito.
Molto bella la complessità e la profondità del naso.
In bocca, il sorso ha corpo e struttura, sbilanciato su una vena acida viva e più importante che ha il merito di rendere perfetto questo vino per l’abbinamento.
Fanno da colonna poi la componente alcolica, presente ma bene integrata e per nulla invasiva, e una trama tannica piacevole, vellutata e meno prorompente rispetto alle precedenti.
In retrolfattiva il sorso mantiene intensità ed eleganza e riporta fedelmente quanto già avvertito al naso, con note fruttate e balsamiche alle quali si legano ritorni speziati piacevoli e per nulla pungenti.
Finale di bocca con buona persistenza ed un ritorno giusto appena amarognolo, che invoglia un nuovo sorso.
Una prima referenza, una prima etichetta che mi è piaciuta molto e che lascia preconizzare ottime prospettive per il futuro.
Dopotutto, chi ben comincia è già a metà dell’opera!