Malvasia Nera in purezza (il che è tutto dire in quanto in Puglia esistono numerose varietà di Malvasia Nera…) inspirata a Bellanova Caterina che, stando alle mie ricerche sul web, parrebbe essere l’ideatrice di questo vino.
Come spesso accade non ho trovato alcuna indicazione in merito alle metodologie di vinificazione ed invecchiamento ma va beh, ce ne faremo una ragione.
Alla vista la vendemmia 2020 si presenta con un colore rosso porpora dai riflessi rubino.
Al naso non percepisco grande intensità e nemmeno molta eleganza. Si apre con richiami di fiori appassiti che si accompagnano a note di prugna e ciliegia. Non manca la componente speziata capitanata dal pepe nero ed un leggero sottofondo di cuoio e pelle conciata.
In seguito all’areazione esprime ricordi vinosi e balsamici con nuance minerali e una leggera torrefazione. Guadagna qualcosa in termini di eleganza ma non troppo in intensità.
In bocca ha ingresso corposo e un tantino spigoloso. Percezione alcolica presente ma ben integrata e superata in potenza da una viva e fresca acidità e da un tannino piuttosto ruvido.
In retrolfattiva non acquista in termini di intensità ad eleganza ma riporta abbastanza fedelmente quanto già avvertito al naso: fiori appassiti, frutta matura e una componente speziata.
Finale poco persistente e amarognolo, da tenere in considerazione per l’abbinamento.
Vino dai sapori particolari e in fase di evoluzione. A mio avviso avrebbe dato il meglio di se tra sei mesi/un anno ma non mi azzarderei ad attenderlo oltre, vista la spiacevole esperienza con la prima bottiglia 2018.