Il Chianti è una delle denominazioni più prodotte, esportate e conosciute d’Italia
Prende una zona molto ampia della Toscana riconoscendo ben sette sottozone divise tra sei province.
Relativamente al Chianti di Corte alle Mura non ho potuto trovare informazioni su internet sul metodo di produzione e pertanto mi rifaccio ai limiti del disciplinare (che ahimè è piuttosto articolato): Sangiovese minimo 85%, a saldo altri vitigni per un massimo del 15% se però Canaiolo Nero massimo 10%, se a bacca bianca (Malvasia o Trebbiano) massimo 10%.
Invecchiamento minimo per la Riserva di ventiquattro mesi, di cui almeno ventuno in legno e tre in bottiglia.
Alla vista il Chianti Riserva 2016 si presenta con un colore rosso rubino scarico dall’unghia granata arricchita da una leggera sfumatura gialla, tipica del Sangiovese toscano.
Al naso non ha grande potenza ma compensa con una bella eleganza. Percepisco note di frutta rossa e nera matura con richiami alla mora e alla marasca. Emerge poi un ritorno speziato di pepe nero non pungente e, col passare di qualche secondo, una vena balsamica di timo e rosmarino. Ma non è finita: con una maggiore areazione ecco la frutta sotto spirito e le note terziarie che si palesano con vaniglia, legno, cuoio e uno sfondo di torrefazione, cioccolato e liquirizia; il tutto adornato da un piacevole ritorno di smalto.
Insomma, una bella complessità!
In bocca è piacevole e sbilanciato su alcol e tannino che prevalgono sull’acidità (presente, ma vestita).
Squilibrio questo che pone le basi per un corretto abbinamento.
In retrolfattiva non acquista in termini di intensità e mantiene buona eleganza. Riporta richiami fruttati, speziati e di boisé, arricchiti da un accenno appena agrumato.
Sorso discretamente persistente e piacevolmente amarognolo, lascia un bel ricordo.