Veniamo al vino.
Il Recioto Amandorlato potrebbe essere considerato l’effettivo padre dell’Amarone, in quanto storicamente apprezzato da chi non amava il Recioto “tradizionale” perchè troppo dolce.
Il nome Amandorlato deriva dal suo minore residuo zuccherino o, per alcuni, da un suo aroma tipico di mandorla.
Per la sua produzione, Corteforte usa un blend composto per il 65% da Corvina e Corvinone, 25% Rondinella e il restante 10% da uve Molinara, poste in appassimento sino a Febbraio dell’anno successivo la raccolta.
Ovviamente, vengono selezionate le parti più esterne del grappolo ossia le “orecchie” (da cui “recia”, quindi ‘Recioto’).
In seguito all’appassimento, fermentazione in acciaio fino ad Aprile (a differenza del Recioto “tradizionale”, per l’Amandorlato vengono aumentati i giorni di fermentazione in modo da ridurre il residuo zuccherino) e si prosegue con una maturazione di 18 mesi in botti di legno e un affinamento di almeno un anno in bottiglia.
Il colore è della tonalità che ci piace: rosso rubino dai riflessi granati.
Al naso è intenso, complesso ed elegante. Si apre con sentori di frutta dolce tendente alla confettura che con l’areazione evolve su una percezione più balsamica.
Arriva poi la spezia e un richiamo di cuoio e pellame.
Come sfondo una componente eterea contornata da una vena ematica.
Si chiude con un ricordo di liquirizia.
Molto piacevole.
In bocca è equilibrato. Ha un ingresso corposo e avvolgente, vellutato. Il residuo zuccherino (50 g/l) si percepisce ma è ben bilanciato da una freschezza acida importante e dal tannino maturo e armonico.
Ancora elegante e intenso in retrolfattiva, i sapori vergono nuovamente sulla frutta matura e sulla confettura ma sul finale ecco comparire il sapore amandorlato, ritenuto tipico per questa tipologia di vino.
Finale persistente e pulito, lascia un buon ricordo.